sabato 7 novembre 2009

Pasta e patate con la provola


Nella ricetta dei vermicelli alle vongole "fujute" (che trovate qui) vi ho parlato un pò della cucina napoletana raccontandovi come in tempi "antichi" vi fosse distinzione tra la cucina destinata ai poveri e quella destinata ai nobili. Analogamente ai legumi, largamente ultilizzati nella cucina napoletana, sono preparate: pasta e patate, pasta e cavolfiore e pasta e zucca. Nella cucina più "popolare", il metodo di cottura consiste nel far cuocere prima i condimenti (ad es. soffriggere aglio e olio e poi aggiungere i fagioli già lessi, oppure soffriggere cipolla e sedano e poi aggiungere le patate a tocchetti) quindi allungare con l'acqua, portare ad ebollizione, salare ed aggiungere la pasta cruda. In questo modo, la pasta cuocendo insieme ai condimenti conserverà l'amido (che invece andrebbe perso cuocendo la pasta a parte e poi scolandola) e renderà il tutto più "azzeccato". Questo procedimento si contrappone alla tradizione dei "nobili" del tempo che preferivano una preparazione più "brodosa" aggiungendo alla fine la pasta cotta a parte. (Di quest'ultima "scuola" era mia madre ma io, che forse sono più "popolana", preferisco la versione "azzeccosa"). Per la preparazione di tutti questi tipi di piatti poveri di cui abbiamo accennato, si usa anche la pasta "ammescata" (la pasta mista che oggi troviamo ovunque), che un tempo era venduta a prezzo più basso in quanto rimasuglio  di tutti gli altri tipi di pasta.
Ingredienti

per 3/4 persone
250 gr di pasta "ammiscata" (mischiata)
300 gr di patate

50 gr di lardo
50 gr di olio evo
mezza cipolla
una costa di sedano
una carota
prezzemolo

un cucchiaino di conserva di pomodoro 
(oppure una manciata di pomodorini freschi)

scorzette di parmigiano

 parmigiano
sale e pepe q.b.
250 gr di provola affumicata ed a pezzettini 


Procedimento
 Quando cucino piatti tradizionali uso sempre la pentola di coccio, ma ovviamente potete anche usare altro tipo di pentola.

Imbiondite nell'olio un battuto di: lardo, cipolla, sadano, carota, e prezzemolo. Unite la conserva (oppure i pomodorini), le patate tagliate a tocchetti e le scorzette di parmigiano. Fate cuocere dolcemente a tegame coperto aggiungendo, all'occorrenza acqua bollente. Quando le patate saranno cotte, schiacciatene una parte con la forchetta per rendere il tutto più cremoso ed aggiungete acqua sufficiente alla cottura della pasta. Appena bolle, calare la pasta e cuocerla al dente verificandola minestra e prima di servirla cospargetela di parmigiano e pepe macinato al momento.
Aforisma di proverbio napoletano: 'A gatta pe' gghji' 'e pressa, facette 'e figlie cecate. (La gatta per fare prestofece i figli ciechi).

giovedì 5 novembre 2009

Nuovo premio/giochino

Allora, ho visto che mi è stato "dedicato" questo premio più o meno indirettamentenei nei vari blog delle mie amichette del cuore. Siccome occorre rispondere a 10 domanade e passarlo a 14 amici, e più o meno gli amici sono sempre gli stessi che hanno già partecipato al giochino, girerò questo premio a chiunque voglia prenderselo, anche se sprovvisto di blog, con l'unica preghiera di farci sapere dove l'ha pubblicato. Ed ora risponderò al quiz ;-)

1.In quale animale ti incarneresti?MA CHE DOMANDE MI FATE?? NEL MICIO NATURALMENTE!!
2.Di chi o che cosa non potresti fare a meno? DI MIO FIGLIO E DEL MARE
3.Cosa apprezzo di più di una persona? LA DOLCEZZA E LA "SIGNORILITA' "
4.Di che colore preferisco vestirmi? COLORI PASTELLO - SOPRATTUTTO ROSA E AZZURRO
5.Definisciti con tre parole: SENSIBILE - SENTIMENTALE - PRATICA
6.Un viaggio che vorrei fare o un paese che vorrei visitare: LA POLINESIA E LA SCOZIA
7. Citazione preferita: NON FARE AGLI ALTRI CIO' CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE.
8.Cosa ti piacerebbe fare:STARE SU UN'ISOLA DESERTA E DEDICARMI ALLE MIE OCCUPAZIONI PREFERITE
9.Se ti dedicassi a quello che fai cos'altro ti piacerebbe fare: VIAGGIARE
10.Qual è la tua maggior stravaganza? NUOTARE A LARGO FINO A KM DALLA COSTA RISCHIANDO DI ESSERE TRAVOLTA DAI NATANTI CHE TRANSITANO.

domenica 1 novembre 2009

La ciabatta

Come ormai avrete capito adoro le preparazioni lievitate e, dato che al mio figliuolo piace tanto il pane "ciabatta", mi ritrovo periodicamente a prepararlo. 


Ingredienti
1/2 Kg di farina
15 gr di lievito di birra (un pò più di mezzo panetto)
60 ml + 300 ml di acqua
una puntina di cucchiaino di zucchero
2,5 gr di malto (facoltativo)
7,5 gr di sale (un cucchiaino e mezzo)
 indispensabile, inoltre, la carta da forno.

Procedimento
Sciogliete il lievito in 60 ml di acqua e la puntina di zucchero e fate riposare 10 min fino a quando non vedrete una leggera schiumetta.
Inserite nell'impastatrice la farina, aggiungete il malto ed il sale e poi gradualmente il lievito e l'altra acqua mescolando bene fin quando l'impasto avrà una certa consistenza ma rimarrà comunque MOLTO appiccicoso.
Mettetelo a lievitare, coperto con la pellicola, per circa 1 ora fino al raddoppio. Tagliate un bel pezzo di carta da forno , infarinatelo per bene, e versateci l'impasto sopra. Con l'aiuto di un coltello lungo e grosso, dividete l'impasto in due rettangoli (questa è la parte più difficile delle ricetta, aiutatevi con le farina e non fatevi scoraggiare dalla mollezza attaccaticcia dell'impasto) e spolverate bene di farina, fate riposare 20/30 min.



Trascorso il tempo, rovesciate DELICATAMENTE i due impasti sulla placca del forno foderata con l'apposita carta e ben spolverata di farina (anche questa parte vi sembrerà difficile, ma anche se vi sembrerà che il pane non ha la giusta forma non badateci). Coprite con un panno e fate crescere per 1,5 ore circa. A mezz'ora dalla fine accendete il forno al massimo e, trascorsa la mezz'ora, infornate il pane. Dopo 15 min di cottura abbassate di 25° il forno e portate a cottura (il pane pronto dovrà assumere il classico colore della ciabatta).  Fatelo raffreddare su di una gratella e poi scuotetelo per eliminare la farina in eccesso.

Note: io ho impastato col mio "fido" robot, ma voi impastate pure come siete più abituati a fare: a mano, con la planetaria.......
Aforisma di proverbio napoletano: 'A vicchiaja è 'na brutta bestia. (La vecchiaia è una brutta bestia).

sabato 31 ottobre 2009

Vermicelli alle vongole "fujute" (scappate)

Con un pò di orgoglio partenopeo, amo raccontarvi, quando posso, un pò di storia della cucina di questa mia splendida ed amata città. Non volendo tediare nessuno prego, chi non ne fosse interessato, di saltare la piacevole premessa.
La cucina napoletana ha origini antichissime risalenti al periodo greco-romano, essa nei secoli ha "subito" l'influsso delle varie culture che si sono susseguite durante le varie dominazioni della città. La fantasia e la creatività dei napoletani è stata di fondamentale importanza nella varietà di piatti e ricette che oggi fanno parte della cultura culinaria partenopea. A seguito delle varie dominazioni, principalmente quella francese e spagnola, si è delineata la separazione tra una cucina aristocratica ed una popolare, raggiungendo anche un giusto equilibrio tra piatti di mare (pesce, crostacei e molluschi) e piatti di terra (pasta, verdure,latticini). La varietà dei piatti comprende sia piatti molto semplici, come la pasta al pomodoro e basilico o "aglio e uoglio" (aglio ed olio) sia piatti elaborati, come ad es. il ragù , che può richiedere anche 5 o 6 ore di preparazione. Esisteva perciò una cucina poverissima, basata principalmente su ingredienti di terra, una cucina tradizional-popolare, ricca di frutti di mare e pesce, alimenti di costo contenuto, vista la pescosità del mare di Napoli; e infine, una cucina legata alla parte agiata della città, costituita da carne di ogni genere, uova, latticini.... (dalle preparazioni a volte elaborate). Tale distinzione nella cucina, oggi non ha più motivo di esistere. Tra le preparazioni più povere abbiamo: le freselle, spaghetti aglio olio e peperoncino, i legumi, ecc... Tra le fantasiose ricette ideate per le tavole più povere, ci sono gli spaghetti alla puttanesca (la ricetta è già nel blog), il finto ragù (fatto senza carne)  e gli spaghetti alle vongole fujute, dove le vongole sono solamente nella fantasia dei commensali (perchè con la fantasia si può fare questo ed altro). 



Ingredienti
400 gr di vermicelli
1/2 kg di pomodori peati
(possibilmente "del piennolo" oppure "S. Marzano")
100 gr di olio evo
aglio
MOLTO prezzemolo
sale e pepe.




Procedimento
In una larga padella rosolate nell'olio 1 0 2 spicchi di aglio tagliato a metà, eliminatelo ed unite i pomodori privati della pelle e tagliati a pezzettini. (La scelta dei pomodori, nelle ricette napoletane, ma soprattutto in quelle così veloci, è di estrema importanza: cliccate qui se volete saperne di più). Salate e fate addensare il sugo a fuoco vivace (l'olio dovrà essere caldissimo ma non bruciare) tenendo presente che il pomodoro non deve cuocere ma avvampare. Spegnete, aggiungete il pepe ed abbondante prezzemolo tritato che con il suo forte aroma darà l'illusione di sentire il sapore delle vongole che in realtà non ci sono. Cuocete i vermicelli (quelli piccoli) oppure gli spaghetti al dente ed amalgamateli alla salsa nella padella girandoli per pochi minuti sul fuoco.
Aforisma di proverbio napoletano: 'Nu buonu marito fa 'na bona mugliera (Un buon marito rende buona la moglie).

venerdì 30 ottobre 2009

'E panzarott napulitan

Prima di tutto vorrei chiarire che i panzarotti napoletani non sono quelli che molti credono, e cioè delle pizzette fritte ripiene, ma in realtà sono delle crocchette di patate.
Pur essendo di semplice preparazione, non di rado mi è stato chiesto come fare per non farli rompere in cottura, perciò vi dirò qualche trucchetto per fare un "panzarotto" con tutti i crismi.
Ingredienti
1 Kg di patate
(comprate quelle "vecchie" oppure quelle rosse)
2 o 3 uova intere (secondo grandezza)
150 gr di parmigiano grattato
50 gr di pecorino grattato
sale e pepe
pan grattato q.b.
150 gr di mozzarella
(mettetela in frigo il giorno prima, in questo modo perderà l'acqua)
50 gr prosciutto cotto
prezzemolo


Procedimento
Lessate, la sera, le patate con la buccia (attenzione cuocerle bene), scolate e mettetele a raffreddare fino al giorno dopo.
Ora sbucciatele e schiacciatele con l'apposito attrezzo raccogliendone la purea in una ciotola. Aggiungete le uova, i formaggi, il prezzemolo tritato finissimo (io non l'ho messo perchè a mio figlio non piace), il prosciutto a pezzettini piccoli (questa volta non l'ho messo, ma col prosciutto sono più saporiti), sale e pepe.



 Amalgamate bene gli ingredienti, impastando con le mani. Prendete una cucchiaiata di impasto e ponetela nella vostra mano ed adagiatevi su una strisciolina di mozzarella, formate il panzarotto. 



Formateli tutti e passateli nel pan grattato. 



Se potete, sarebbe utile metteteli in frigo fino al momento di friggerli (o almeno per 2 ore).
In un pentolino alto portate l'olio (io uso quello di arachidi ) a temperatura (fate cadere un pò di pan grattato nell'olio, se farà le bollicine vorrà dire che è pronto), immergete i panzarotti, pochi per volta  (2 max 3 per volta, altrimenti si abbassa troppo la temperatura dell'olio e si "spatascia" tutto) e non toccateli assolutamente fin quando non avrete capito che si sono ben dorati da un lato, soltanto allora potrete girarli con la dovuta attenzione dall'altro lato e finire la cottura. Metteteli a sgocciolare su carta assorbente e date una spolveratina di sale ancora.

Note:
-se l'impasto, nonostante tutto, dovesse risultare eccessivamente molle, non disperate, aggiungete qualche cucchiaio di farina o di pan grattato.
- Volendo potete variare il ripieno con altro tipo di salumi.

Aforisma di proverbio napoletano: Qanno si' 'a 'ncunia, statte; quanno si' martiello, vatte. (Quando sei incudine, statti; quando sei martello, batti).

Spaghetti alla puttanesca

Questo è un famosissimo piatto della tradizione napoletana: gustoso, semplice e molto veloce da preparare. Trovo molto "intrigante" la storia di come nacque questo profumatissimo piatto. Su internet ho trovato un articolodi Annarita Cuomo che la descrive molto bene, vi riporto qui lo scorcio che ci interessa.




Il "Sugo alla Puttanesca" è nato... ovviamente dalla fantasia di un ischitano. Fu infatti l'architetto Sandro Petti, ai fornelli del suo "Rancio Fellone", una sera di normale routine culinaria, di un'estate qualunque dell'inizio degli anni '50, a inventare il "Sugo alla Puttanesca", utilizzando quei prodotti freschi dei nostri orti, che tutti hanno normalmente in dispensa. E' lo stesso architetto Sandro Petti a raccontarcelo: "Quella sera di tanti anni fa, era molto tardi, ai tavoli del locale sedettero un gruppo di amici veramente affamati... io avevo finito tutto, e li avvisai: "Mi dispiace non ho più nulla in cucina, non posso preparavi niente". Ma loro insistettero e mi esortarono dicendo: "Ma dai Sandro, è tardi ed abbiamo fame, dove vuoi che andiamo... facci una puttanata qualsiasi". La "puttanata qualsiasi" che l'ecclettico Sandro Petti (che in cucina è un autentico mago) portò in tavola di lì a poco, era proprio un fumante piatto di "Spaghetti alla Puttanesca" (solo che ancora non erano stati battezzati tali)... una pietanza che da quella famosa sera, divenne un must della tradizioni culinaria dei ristoranti non solo ischitani, ma addirittura di tutto il mondo. "In cucina avevo solo quattro pummarorelle, due olive, qualche cappero - si schermisce l'architetto - e con quelle preparai il sugo per gli spaghetti". Una vera genialata, introdotta tra i primi piatti del Rancio Fellone e inserita di diritto nel menù esposto al pubblico: "Solo che non potevo certo chiamarli Spaghetti alla Puttanata... non era carino. Così li ho chiamati alla Puttanesca" spiega Petti. Ma in merito a questa storia, c'è anche uno spassoso aneddoto, che ci ha raccontato sempre Sandro Petti: "Un giorno il Vescovo Ernesto De Laurentiis mi mandò a chiamare... voleva incontrarmi con somma urgenza. Io proprio non riuscivo a capire cosa il Vescovo volesse da me. Quando mi recai da lui, mi dovetti sorbire un predicozzo lunghissimo, una tiritera che non finiva più. Ma proprio non ne capivo la motivazione... anche perché il Vescovo restava nel vago e non andava diritto al motivo del nostro incontro. Solo alla fine mi disse: "Il Menù che hai esposto fuori al tuo locale... non è degno di te". Per stringere insomma, il Vescovo De Laurentiis aveva saputo del termine Puttanesca scritto sul menù esposto fuori al locale, e ne era rimasto sconvolto... al punto da rimproverarmi aspramente". A suffragare la tesi del nostro amico Sandro Petti, ci pensa l'esperta gastronoma Jeanne Caròla Francesconi, che nel suo libro "La Cucina Napoletana" (volume che raccoglie i piatti tipici e le ricette tradizionali, divenuto un classico della letteratura culinaria partenopea) racconta proprio della nascita dei "Vermicelli alla Puttanesca", in verità attribuendone l'invenzione ad uno zio di Sandro Petti, il grandissimo ed indimenticato Eduardo Maria Colucci (un ischitano davvero speciale): "Non so come la Francesconi sia venuta in possesso di questa notizia, ma comunque fui io e non mio zio a preparare per la prima volta quel sugo... diventato poi alla puttanesca". La Francesconi scrive: "VERMICELLI ALLA PUTTANESCA: questi maccheroni si chiamavano alla marinara. Ma subito dopo la seconda guerra mondiale, a Ischia, il pittore Eduardo Colucci, non so come né perché, li ribattezzò con il nome con cui oggi è generalmente conosciuto. Colucci, che viveva per gli amici, d'estate abitava a Punta Mulino - in quel tempo uno degli angoli più pittoreschi di Ischia - in una rustica e minuscola costruzione; camera con cucinino e un terrazzo in mezzo al quale si innalzava un albero di ulivo. Oltre ai consueti più intimi amici, sfilavano sulla sua terrazza le più svariate personalità italiane e straniere. E lui, dopo aver offerto come aperitivo un fresco e genuino vinello d'Ischia, improvvisava spesso una cenetta a base di questi maccheroni che erano la sua specialità". 

Due paroline sugli ingredienti. Gli ingredienti, per preparare un buon piatto, dovrebbero essere sempre "al top", ciò è particolarmente vero quando si preparano piatti molto semplici come questo. Per chi abita a Napoli sarà abbastanza agevole reperire i pomodori del "piennolo" (cliccate qui) e le olive nere di Gaeta; per gli altri ci si dovrà "arrangiare" con pomodorini o pelati ed altro tipo di olive nere. Mi raccomando, anche l'olio dovrà essere di qualità!

Ingredienti
1/2 Kg di spaghetti (linguine o vermicelli sottili)
1/2 Kg di pelati (o pomodorini del piennolo)

(in realtà ci vorrebbe giusto una manciata di pomodorini per dare un "tocco" di colore, ma se sgocciolate la pelata dalla sua acqua di vegetazione vedrete che essa si ridurrà già di molto)
1 spicchio di aglio
1,5 dl di olio evo
100 gr di olive nere (possibilmente) di Gaeta
50 gr di capperi dissalati
sale
prezzemolo

Procedimento
In una padella molto larga, soffriggete l'olio con l'aglio, aggiungete i pomodori a pezzi, le olive private del nocciolo ed i capperi. Fate restringere un pò il sugo a fuoco vivace (giusto il tempo d cuocere la pasta), aggiustate di sale (non esagerate perchè ci sono i capperi che sono già molto saporiti) ed, a cottura quasi ultimata, il prezzemolo.
Scolate la pasta al dente, passatela  giusto un attimo nella padella col sugo e servite guarnendo con foglioline di prezzemolo.

Aforisma di proverbio napoletano: Chi ha avuto, ha avuto, e chi ha rat, ha rat.  (Chi ha avuto, ha avuto, e chi ha dato, ha dato).


giovedì 29 ottobre 2009

Questo l'ho ricevuto dalla splendida Dauly


Dauly, grazie per essere come sei!!

martedì 27 ottobre 2009

Torta 7 vasetti




Questa è una torta molto semplice e veloce da prepararsi. Essendo di una "versatilità" straordinaria, può essere adattata a qualsiasi esigenza di gusto e preparazione. Oggi vi mostrerò la versione al cioccolato, ma a fine ricetta vi darò qualche idea per variare i gusti e/o per trasformare questo semplicissimo dolce in una vera e propria torta seppure di semplice realizzazione. Il dolce si prepara in meno di un'ora, perciò se i bambini (ma non solo) ne hanno voglia, iniziate pure a prepararlo alle 16 ed alle 17 sarà  bello e pronto per essere mangiato. 
Munitevi di un vasetto vuoto di yogurt da utilizzare come misurino, ciò vi consentirà di velocizzare la preparazione non avendo bisogno di pesare gli ingredienti.
Ingredienti
3 vasetti di farina
(in questo caso ho sostituito 1 vasetto di farina con 1 di cacao amaro)
3 uova 
un pizzicchino di sale per ogni uovo
(meglio tirarle fuori dal frigo un pò prima di preparare il dolce)
2 vasetti di zucchero
1 vasetto scarso di olio di semi 
(io uso quello di mais)
1 vasetto di yogurt bianco intero
1 bustina di lievito vanigliato


Procedimento
Montate per bene le uova con lo zucchero ed i pizzichi di sale. Aggiungete la farina (in questo caso anche  il cacao) e continuate a montare, aggiungete anche l'olio, la bustina di lievito vanigliato ed infine lo yogurt. Fate amalgamare il tutto. Foderate con carta da forno una tortiera (oppure imburratela e spolverizzatela con la farina, ma è meno "dietetico" e , come vi mostrerò più avanti, il dolce una volta sformato tenderà a seccarsi prima. Con la carta da forno, invece, otterrete due non trascurabili risultati: la tortiera non si sporcherà ed il dolce, restando quasi completamente "imprigionato" nella carta a forno manterrà l'umidità all'interno della torta e quindi la sua fragranza per più giorni). 



Versate il composto nella tortiera e cuocete a 180° per 35/40 min. circa, fate la prova stecchino ed anche quella a "naso": quando la torta sarà quasi pronta comincerete a sentirne il profumo.
Dato che sono una golosona, prima di infornare ho cosparso la superficie con gocce di cioccolato e, per evitare che si depositino sul fondo, cospargetele di farina e passatele al setaccio.
Varianti:
  • usate uno yogurt al gusto che preferite;
  • se usate uno yogurt alla fragola, potreste poi ricoprirlo di panna montata e decorare con le fragoline intere o tagliate a metà;
  • potete farcire il dolce con la nutella e ricoprire con la panna;
  • potete inumidirlo con la bagna che preferite e farcirlo e/o ricoprirlo con la crema preferita;
  • per un plum cake after eight: mescolate 3 - 4 cucchiai di sciroppo alla menta allo yogurt ed un vasetto di fondente a scaglie. Per decorare sciogliete del cioccolato fondente a bagnomaria e fatelo colare sul dolce, poi decorate con cocco bagnato nello sciroppo di menta (questa idea l'ho trovata nel blog di Alice);
  • ................. sbizzarrite la fantasia.    
Dedicata, con affetto, a Susy ed alla sua splendida bambina.






Aforisma di proverbio napoletano: 'A gallina fa ll'uovo e o gallo ll'abbruscia 'o culo. (La gallina fa l'uovo e al gallo brucia il sedere).

domenica 25 ottobre 2009

Risotto allo spumante




Quando avete voglia di fare un pò le "fanatiche" con i vostri ospiti, per una serata raffinata oppure "sentimentale", questa è la vostra ricetta. Premetto che in realtà ci vorrebbe lo champagne ma, dato che il nostro spumante non ha nulla da invidiare ad altri vini e che non tutti hanno la disponibilità per comprarne uno di quelli buoni, vi consiglio di comprare invece un buon spumante secco.
Ingredienti
30 gr di burro
350 gr di riso per risotti (80/90 gr a testa)
200 ml di panna
1l di brodo
2 scampi o mazzancolle a testa (io ci ho messo i gamberoni rossi perchè oggi in pescheria non c'era altro)
1 cipolla piccola
2 bicchieri di spumante (o champagne)


Procedimento
Preparate il brodo.
Cuocete per circa 5 min. i crostacei con un filo di olio in padella e teneteli al caldo.
Fate appassire la cipolla tritata nel burro, aggiungete il riso e fate insaporire. 




Aggiungete anche lo spumante, fatelo evaporare e portate a cottura come un normale risotto: aggiungendo poco alla volta il brodo e mescolando spesso. A cottura quasi ultimata, aggiungete la panna e fate asciugare.
Sistemate il risotto nei piatti, irrorate leggermente col sughetto dei crostacei che adagerete in bella mostra a forma di cuore (se la serata è romantica) sul risotto stesso.
Aforisma di proverbio napoletano: Chi ato nun ave, cu 'a mugliera se còcca. (Chi non ha altro, va a letto con la moglie).

Orecchiette con le cime di rapa (broccoletti di rapa)



Nell'esortarvi a cercare di mangiare "sano" in quanto, secondo me, il cibo è la prima prevenzione per la nostra salute, spenderò qualche parola su questo "preziosissimo" ortaggio invernale.

I broccoli sono uno degli alimenti più ricchi di elementi nutritivi e specialmente di vitamina C. 


I broccoli hanno dimostrato rilevanti effetti anticancro: sono indicati in caso di tumore al colon, al polmone e al seno accelerandone l'eliminazione degli estrogeni. A questo ortaggio sono riconosciute proprietà antivirali, previene le ulcere e regola l'insulina e la glicemia.
Le proprietà anticancro delle Crocifere (broccoli, cavoli, cavolfiori, cavolini di Bruxelles) sono emerse da studi epidemiologici: regolarmente, più sale il consumo di crocifere, più diminuiscono i casi cancro, in particolare quelli del colon e del seno. Il meccanismo d'azione che sta alla base dell'azione è la stimolazione dei meccanismi di difesa e aiutando l'organismo a disintossicarsi e ad eliminare prodotti chimici nocivi e ormoni pericolosi. Essi hanno inoltre una buona azione diuretica. In relazione alla presenza della fibra alimentare e dello zolfo possono causare meteorismo. Pertanto devono essere consumati con parsimonia da chi ha disturbi come la sindrome del colon irritabile.
A seconda della varietà i broccoli presentano colori verdi di diverse sfumature; foglie ingiallite o sciupate indicano la perdita della maggior parte del valore nutritivo. Si mantengono per 1 giorno fuori dal frigo e per 3-4 giorni in frigo.

 Due parole infine sui metodi di cottura di queste verdure. I ricercatori hanno sperimentato che la lessatura è il metodo di cottura con i maggiori effetti negativi sulle proprietà dei cavoli e dei broccoli: dopo mezz'ora di bollitura i broccoli avevano perso il 77% delle loro proprietà benefiche mentre per i cavoli la percentuale si aggirava intorno al 65%. Al contrario la cottura al microonde e la cottura al vapore non hanno segnalato perdite significative.
Da evitare il surgelamento di cavoli e broccoli in quanto determina una perdita del 30% del contenuto di  glucosinato.
Vera e propria panacea, il succo di  cavolo crudo, magari mischiato a quello di carota con un po' di limone, è un vero rinvigorente nelle situazioni di estremo affaticamento e di carenze vitaminiche; utile nelle situazioni di estremo nervosismo ed eccessiva irritabilità, utile per riequilibrare le condizioni della pelle e del cuoio capelluto, per liberare l'intestino da vermi o parassiti e in caso di asma e pertosse. Logicamente anche crudi,  cavolo, e broccoli  esercitano quasi le stesse proprietà del loro succo, con il vantaggio che mangiati crudi sono più appetitosi che berne invece il succo. Ma passiamo ora alla nostra ricetta, 
Ingredienti



orecchiette oppure: cavatelli, spaghetti grossi o vermicelli, linguine.
cime di rape (oppure broccoletti) 1/4 a testa (un fascio)
cotica di prosciutto (facoltativa)
aglio 
olio evo
 peperoncino
sale


ProcedimentoCime di rapa


Pulite i broccoli (si usano solo le cime e qualche fogliolina piccola)
Portate ad ebollizione una pentola con acqua salata e cuocervi i broccoli con le cotiche (dovrebbero bastare 5 minuti). Sollevate con una schiumarola i broccoli e ripassateli in padella dove avrete fatto già soffriggere l'aglio ed un pò di peperoncino. Nel frattempo cuocete la pasta nella stessa acqua in cui avete cotto la verdura e, quando sarà al dente, passate anch'essa pella padella. Fate insaporire ed amalgamare il tutto.



Impiattate, spolverate di parmigiano e/o pecorino e date un giro di olio crudo su ogni piatto.


sabato 10 ottobre 2009

Ho ricevuto un pacco dalla Svizzera



Questo pacco mi è stato donato dalla mia amica Anna Maria che, purtroppo, abita in Svizzera. Lo stupore nel riceverlo non è stato poco in quanto dovete considerare che la nostra amicizia (anche un pò "controversa") si è concretizzata a mezzo computer e telefono. Il pacco in questione, potrà sembrare ai più nulla di così eccezionale, ma per me ha un valore d'eccezione: tutte quelle cose che lei mi ha mandato sono state confezionate con le sue "manine d'oroed, oltre ad essere di una bontà estrema, erano confezionate ad arte. Non so quanti di voi abbiano un'amico/a che sappia dimostrare il suo affetto, peraltro disinteressato, in questo modo ma, per me, che sono sempre un pò scettica sulla "natura" delle persone, è stato qualcosa che mi ha scaldato il cuore e intenerito l'animo.
Grazie infinite Anna.
Aforisma di proverbio napoletano: Nisciuno è nato 'mparato. (Nessuno è nato istruito).

venerdì 9 ottobre 2009

Panini Mc Donald


Sin da quando il mio figliolo era soltanto un cucciolo, un pò per invogliarlo a mangiare un pò per evitare che mangiasse cose "non identificate" nelle paninoteche, faccio una serata al mese simil Mc Donald:  panino "cheeseburger" e patatine fritte: tutto rigorosamente fatto da me. Naturalmente ho una mia personale ricetta per i panini Mc Donald, che troverete qui, ma ultimamente amo farli anche con una ricetta, che ho trovato nel blog "anice e cannella", che ho infinitesimamante modificato solamente nella q.tà di liquidi, zucchero e non ricordo più cos'altro. Eccola:
Ingredienti:
250 gr farina manitoba
250gr farina "00"
50 gr. di zucchero
10 gr strutto 
(quando non ce l'ho uso la margarina)
30 gr burro
8 gr di lievito (1/3 di cubetto)
10 gr di sale (un bel cucchiaino)
1/2 cucchiaino di miele
300 ml di latte circa
(tenendo conto che quando si aggiungono il burro e la margarina l'impasto diventa più morbido, regolarne il quantitativo fino a fare un impasto morbido come il lobo dell'orecchio)

In parte del latte tiepido sciogliere il lievito con l'aggiunta del 1/2 cucchiaino di miele ed attendere 10 min. 
Aggiungere la farina e far assorbire il latte pian pianino, aggiungere lo zucchero, il sale, il burro e lo strutto e far lievitare fino al raddoppio (circa 1,5 ore, ma dipende dal caldo, dalla farina ecc..).
Sgonfiare l'impasto e dare le pieghe, ovvero schiacciare un pò l'impasto e portare le estremità verso il centro come se volessimo formare un panetto, e far riposare 15/20 min. Arrotoliamo la pasta senza più impastarla formando un cilindro dal quale ricaverete i panini (io ne faccio 8 del peso di circa 110 gr l'uno), far riposare 10 min, pennellare con tuorlo d'uovo e spolverare coi semi di  sesamo facendoli ben aderire. Far lievitare ancora un'ora ed infornare a 200° per circa 15 min (fino a brunitura come nella foto) avendo cura di posizionare sul fondo del forno un pentolino con l'acqua.
Note: per la formatura dei panini cliccate sul link di colore nero che ho messo tre righe più giù, è un video che ho realizzato io stessa per tutte voi. Tenete presente che, dopo aver formato i panini, dovrete schiacciarli sulla spianatoia col palmo della mano per dar loro la classica forma. 
http://album.alfemminile.com/album/see_530521_143/HOBBY-O-PASSIONE.html
Aforisma di proverbio napoletano: Guajo'ncomune, mez'allerezza. (Mal comune, mezza gaudio).

I Pangoccioli





Premetto di non aver mai mangiato quelli originali che credo siano del "Mulino Bianco" e quindi no so come siano in realtà, ma se siete alla ricerca di un bel panino morbido e dolce con le gocce di ciocco, questa ricetta risponde bene allo scopo. Ovviamente la ricetta è scaturita dal mio solito impasto del danubio modificato, eccola
Ingredienti
1/2 Kg di farina 
(manitoba, oppure metà "00" e metà manitoba, ma consiglio sempre di usare più manitoba che "00". Ovviamente se non avete la manitoba usate la "00".... non formalizziamoci!!)
1/2 cubetto di lievito
1 uovo
1/2 cucchiaino di miele (facolatativo)
1 cucchiaino di sale
60 gr di burro
 (ma con la margarina l'impasto verrà più morbido)
90 gr di zucchero 
300 ml di latte 
(ma dovrete regolarne la quantità sino ad ottenere un impasto morbido morbido come il lobo dell'orecchio)
70/80 gr di gocce di cioccolato 
(mettetele qualche ora in frigo prima di utilizzarle)


Sciogliete il lievito in poco latte tiepido ed aggiungete farina fino ad ottenere un panetto morbido che farete lievitare fino al raddoppio.
Fate un impasto con tutti gli altri ingredienti (tranne le gocce) aggiungendo il burro alla fine a regolando i liquidi. 
Amalgamate molto bene i due impasti (aggiungendo eventualmente ancora latte) fino ad ottenere un impasto morbido come il lobo dell'orecchio.
Lasciate lievitare l'impasto, nella zuppiera coperta con la pellicola, sino al raddoppio. Sgonfiate senza reimpastare, ricomponete la forma e rimettete a lievitare. Ripetete ancora una volta l'ultimo passaggio, poi stendete col matterello e cospargete con le gocce di cioccolato, arrotolate e staccate circa 13 pezzetti (circa 80 gr l'uno) a cui darete la forma di panini. Sistemateli in una teglia ricoperta di carta da forno avendo cura di distanziarli un pò tra loro e pennellateli con latte. Mentre aspettate che il forno arrivi a temperatura (170/180°) i panini riprenderanno la lievitazione. Cuocete  con un pentolino pieno d'acqua, posizionato sul fondo, per 15 - 20 min o comunque fino a giusta doratura.


Aforisma di proverbio napoletano: O' cunfessore se pò dicere quacche bucìa, o miedeco no. (Al confessore si può dire qualche bugia, al medico no).

giovedì 8 ottobre 2009

Ho ricevuto molti meme.....


Ne ho ricevuti così tanti che sarebbe troppo lungo elencarne le richieste......(Chab e Dauly ;-) molte grazie raga!!)
Allora, proverò a descrivermi anche se la mia personalità è così complessa che neppure io la conosco per bene..... Qualcosa di me forse l'avrete capito leggendo la descrizione del mio blog e guardando le mie ricette, ma ovviamente non basta così vi dirò il brutto ed il bello di me cercando di essere il più obbiettiva possibile.

  • mi dicono tutti che sono una persona "misteriosa" ma alla fine sono soltanto una persona molto semplice e timida;
  • l'amore più grande della mia vita  è mio figlio, lui ha ormai quasi 17 anni ma io adoro TUTTI i bambini e non posso sopportarne le sofferenze;
  • sono una persona trooooooooppo sensibile, mi emoziono facilmente e mi sento partecipe di tutto ciò che accade alle persone che conosco;
  • ho una grande capacità di ascoltare il prossimo e di immedesimazione nel prossimo;
  • sono abbastanza rigida con me stessa e perciò a volte pretendo un pò troppo anche dagli altri;
  • sono piena di contraddizioni: voglio tutto o niente; pigra o iperattiva; frizzantina o pesante; sbrigativa o meticolosa;.........
  • adoro la casa, la musica, i viaggi, lo sport, i film, le macchine..... ed IL MAREEEEEEE......... adoro tutto ciò che ha a che fare col mare: nuotare, pescare, remare, il cibo (di mare).......;
  • sono sempre sincera, anche a costo di farmi male, ma questo spesso mi costa l'appellativo di "persona dura";
  • amo moltissimo sentirmi amata e coccolata: vado "in brodo di giuggiole" se le persone che mi stanno intorno mi fanno capire, in modo spontaneo, che mi vogliono bene e che mi pensano;
  • difficilmente apro il mio cuore alle persone...... lo faccio soltanto quando sono veramente sicura della persona con cui ho a che fare (altrimenti sono una persona abbastanza riservata);
  • non amo, infine, fare "moine" inutili: credo che l'affetto e l'amore vero si vedano nel momento del bisogno e che bisogna sempre  cercare di comprendere il comportamento delle persone a cui vogliamo bene senza giudicare con fredda razionalità.
Spero di non avervi annoiato troppo, non giro il meme perchè lo avete già fatto voi e perchè ho già letto i vostri, che avete pubblicato prima di me nei vostri blog. E' come se vi conoscessi da sempre....... in questo mi sento un pò strega anch'io!!
Con affetto
Micia
Aforisma di proverbio napoletano: Addo' sta 'o Papa, llà è Roma. (Dove sta il Papa, là è Roma)

mercoledì 7 ottobre 2009

Ho ricevuto il mio primo premio

Un enorme grazie ad Alice che è stata così carina nel volere assegnarmi questi graditissimi premi..... sono molto emozionata e contenta!!
Grazie dolce Alice e tantissimi auguri per il tuo compleanno  :-))
Ecco i premi




che voglio girare con tutto il mio affetto a


e poi, naturalmente, a tutte le amichette del forum "alf" e........
alla mia SVIZZERAUSSSSSSSSSSSSSSS........
MIAOOOOOOOOO............
Aforisma di proverbio napoletano: 'A robba bella se fa avvede'. (Le cose belle devono essere mostrate).

martedì 6 ottobre 2009

E' pizzell ca' scarola




Nelle ricette della tradizione culinaria napoletana la scarola è molto utilizzata, sia cruda che cotta. La pizza con la scarola può essere un calzone (pizzella) o una focaccia di pasta da pane o pasta da pizza, farcita con un condimento di scarola (per la ricetta della focaccia cliccate qui). Per tradizione essa viene preparata per la vigilia di natale e di capodanno, mantenendo così il digiuno di carne, imposto dalla tradizione, durante questi giorni. 
 Eccovi la mia personale ricetta:


Ingredienti per l'impasto:
800 gr. di farina "0" (per pizza)
200 gr. farina manitoba
1 cubetto di lievito
50 gr di olio
200 ml di latte e 350 d acqua (ma regolate i liquidi in modo da ottenere un bell'impasto morbido)
1 cucchiaio raso di sale
2 cucchiaini di zucchero.


Per il ripieno:
3 o 4 cespi di scarole
8 cucchiai olive di Gaeta snocciolate 
2 cucchiai di capperi dissalati (meglio se di Pantelleria)
2 0 3 filetti (facoltativi) di acciughe dissalate
3 cucchiai di uvetta (ammollata in acqua tiepida ed asciugata)
2 cucchiai di pinoli
2 spicchi di aglio
peperoncino
olio evo
sale


Come ormai sapete, io impasto tutto nel mio "fido" robot e quindi ho impastato il tutto a bassa velocità, regolando i liquidi, fino ad ottenere un bell'impasto morbido che ho inciso a croce e lasciato che raddoppiasse di volume. A questo punto ho sgonfiato l'impasto, senza reimpastare, e l'ho messo a lievitare ancora. Una volta cresciuto, l'ho sgonfiato ancora una volta e l'ho messo di nuovo a lievitare (coprite sempre il recipiente, dove mettete l'impasto a crescere, con la pellicola altrimenti potrebbe seccarsi in superficie). 
Dividete ora l'impasto in circa 15/16 pagnottelle (circa 100 gr l'una) e mettetele a lievitare sotto una campana (o comunque coperte da pellicola) fino al raddoppio. 



Schiacciate ora ogni pagnottella con i polpastrelli,  formate dei piccoli dischi e farcite con una forchettata di scarola. Chiudete a mezza luna (premete bene sui bordi per sigillarli) in modo da formare le "pizzelle" , pennellatele con l'olio evo e bucherellate la superficie con la forchetta (mentre porterete il forno a temperatura riprenderanno un pò la lievitazione).



La cottura della scarola:
Mentre lievita l'impasto, mondate la scarola, lavatela per bene e scottatela per circa 5 minuti in acqua salata bollente (dovrà risultare non completamente cotta).
(Volendo la si può cuocere al vapore oppure cuocere direttamente in padella con tutti gli altri ingredienti.)
Scolate e strizzate bene la scarola e lasciatela intiepidire.
Scaldate 3 o 4 cucchiai di olio in una padella capiente e, a fuoco moderato fate imbiondire l'aglio in pezzi con un pò di peperoncino. Aggiungete, eventualmente, le acciughe  e fatele disfare un pò con l'aiuto di una forchetta. Aggiungete le scarole, i capperi, le olive, l'uvetta, i pinoli e poco sale. Fate insaporire il tutto a fuoco vivace per circa 10 minuti avendo cura di mescolare spesso.
Queste saporitissime "pizzelle" possono essere fritte oppure cotte al forno. Nel vano tentativo di mantenere la linea e di mangiare più leggero, quasi sempre le cuocio in forno a 200° per 20/30 min fino a doratura. Se però preferite fare una focaccia, al posto dei calzoni, oliate una tortiera con le pareti basse (tipo quelle per la pastiera) da 26 cm di diametro e stendetevi con le mani un pezzo di pizza dello spessore di un cm scarso, spargete in modo uniforme la verdura su di esso e chiudete con un pezzo di impasto più piccolo spianato pizzicando tutto intorno per sigillare  la focaccia. Pennellate con olio evo e bucherellate con i rebbi della forchetta la superficie. Cuocete in forno caldo a 200° per 35/40 min fino a doratura. 
Aforisma di proverbio napoletano: Mazza e panella fanno 'e figlie bell; panella senza mazza fanno 'e figlie pazze. (Bastone e pagnotta rendono i figli belli; pagnotta senza bastone rende i figli pazzi.).
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